E che era? Uno sciame?
In verità la puntura d’insetto era unica, la reazione allergica diffusa.
È utile invece recarsi in Pronto Soccorso quando si viene punti nella cavità orale o in gola (per l’edema che ne può derivare con eventuale difficoltà alla respirazione) o quando si ha una reazione allergica, che si manifesta con prurito diffuso, orticaria generalizzata o con difficoltà respiratoria.
Una reazione “normale” è rappresentata da un’area cutanea sino a circa 10 cm tumefatta ed arrossata che può rimanere tale per alcuni giorni.
Il pungiglione liscio di una vespa non rimane conficcato nella cute dopo la puntura, mentre quello seghettato dell’ape resta infisso nella pelle insieme al sacco del veleno. E’ perciò importante rimuovere rapidamente il pungiglione dell’ape utilizzando l’unghia di un dito od una pinzetta per evitare di schiacciare il sacco del veleno.
Un impacco freddo con ghiaccio può aiutare a ridurre il prurito e rallentare l’assorbimento del veleno.
Un vecchio rimedio è l’applicazione di un batuffolo di cotone leggermente imbevuto di ammoniaca che calma il prurito e l’irritazione, trasformando chimicamente il veleno d’insetti in sostanze innocue; il suo effetto è quasi immediato.
Salute e …peggio nun nisse!