Rai-Mediaset, il caso si è già sgonfiato
La Rai, come lo stesso direttore generale Claudio Cappon ha confermato, «sta facendo tutto nei tempi più rapidi possibili», attivando un’indagine interna. Ma ormai a riportare la vicenda agli altari della cronaca sono solo gli esponenti del centrosinistra, mentre il centrodestra minimizza e parla di flop.
Il clamore con il quale scandali di ogni genere esplodono per poi concludersi con un sostanziale nulla di fatto ha anestetizzato l’opinione pubblica, tutto è gravissimo, però tutto sommato normale: ci si indigna e si dimentica subito dopo, in fretta, molto in fretta.
Probabilmente la maggior parte della gente non sa o non ha capito nemmeno di cosa si stia parlando, grazie ai programmi Rai e Mediaset.
Questa volta ci viene in aiuto La7 con Daniele Luttazzi ed il suo programma Decameron.
Questa può considerarsi quasi una trascrizione di quello che Daniele Luttazzi ha detto e fatto vedere durante l’ultima puntata di DECAMERON:
Su La Repubblica sono state riportate le intercettazioni telefoniche tra dirigenti RAI di provenienza berlusconiana e dirigenti Mediaset nel 2004 e 2005. Mediaset ha querelato Repubblica perché secondo Mediaset si tratta di sciocchezze.
Quali sono queste sciocchezze messe a verbale dalla Guardia di Finanza?
-
1 aprile 2005: il papa è in fin di vita. Debora Bergamini, dirigente RAI e ai palinsesti nonché ex segretaria personale di Silvio Berlusconi, telefona a Fabrizio, forse Fabrizio Del Noce scrivono le Fiamme Gialle nei verbali. Debora gli dice che Ciampi sta preparando un messaggio a reti unificate, e che Berlusconi, avvertito da lei, pensa che questo metterà in buona luce Ciampi e considera l’ipotesi di fare anche lui delle dichiarazioni.
-
Il giorno dopo a mezzogiorno una donna con telefono RAI chiama la Bergamini: le due dicono che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa, per evitare l’astensionismo alle elezioni del 3 aprile.
-
Alle 16 Benito Benassi, dirigente RAI, telefona alla Bergamini: ha intuito che Cattaneo vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali, si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata.
-
Alle 18 e 30 Del Noce dice alla Bergamini che Vespa accennerà in trasmissione a Berlusconi ad ogni occasione opportuna.
-
Un minuto dopo la Bergamini e Crippa parlano dei rispettivi palinsesti.
-
La sera del 2 aprile muore il papa.
-
Il giorno dopo si aprono i seggi elettorali per le elezioni regionali in cui l’Unione vincerà 11 a 2. Del Noce telefona alla Bergamini: parlano del gioco di squadra tra Mimum e Carlo Rossela.
-
Alle 21 e 29 il notista politico del TG1 Francesco Pionati telefona alla Bergamini: parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sulla RAI. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini.
-
La mattina di lunedì 4 aprile Niccolò Querci, dirigente Mediaset e Pubblitalia, telefona alla Bergamini: questa gli dice che RAI 2 parlerà delle elezioni in prima serata e quindi di mettere una cosa forte su Canale 5.
-
Alle 18 e 51 Cattaneo dice alla Bergamini di aver parlato con Buonaiuti, che era con Piersilvio e che terranno più duro possibile, dicendo che non era il caso di mandare in onda i dati.
-
Alle 19 e 30 Berlusconi telefona alla Bergamini: omissis (è un deputato: non si può trascrivere quello che dice).
-
Cattaneo dice alla Bergamini che Vespa fa la serata elettorale e la Bergamini dice che tanto Vespa è Vespa.
-
L’ 8 aprile la Bergamini ed uno sconosciuto parlano del fatto che Berlusconi è stato inquadrato pochissimo ai funerali del papa.
Bufera su RAI e Mediaset per via di queste intercettazioni.
La RAI si è costituita parte lesa, i giornalisti RAI si sentono sputtanati e ricordano tanti episodi già denunciati all’epoca, ma i diretti interessati negano ogni collusione e parlano di comportamento limpido.
In loro difesa interviene Emilio Fede: “…telefonate intercettate durante le quali personaggi vicino al Cavaliere avrebbero parlato con personaggi della RAI, così come capita che personaggi della sinistra e del centro sinistra anche in questi giorni parlano con direttori, compreso il direttore del TG4. Che si parli, che ci si confronti mi pare che è una regola di democrazia, anche una regola di confronto.”
A questo punto a chi credere: alla nostra intelligenza o ad Emilio Fede?
Certo una democrazia dove l’informazione pubblica televisiva è taroccata a vantaggio di qualcuno non sarebbe più una democrazia, sarebbe l’Italia: un paese in cui vanno superati il duopolio ed il conflitto di interessi e l’ingerenza dei partiti nella RAI.
Non accetto che debba essere la satira ad informarci, ma ormai è così. Grazie Luttazzi.
Salute e …peggio nun nisse.
Devi accedere per postare un commento.