É d’attualità la proposta di boicottare le Olimpiadi di Pechino 2008 (o almeno la cerimonia di apertura) per la povertà di democrazia e dei diritti umani in Cina.
Amnesty International in particolare ha da tempo avanzato le seguenti richieste:
Stop alla “rieducazione attraverso il lavoro” e ad altre forme di detenzione amministrativa!
Sono circa 150.000 coloro che vengono reclusi ogni anno nei centri di “rieducazione attraverso il lavoro”, un meccanismo che conferisce alla polizia il potere di decidere autonomamente e in modo del tutto soggettivo: se un’azione viene considerata “comportamento illecito”, si propende per un programma di “rieducazione attraverso il lavoro”; se viene valutata un reato più serio, allora si ricorre al sistema giudiziario.
No alla pena di morte, contraria ai “principi fondamentali dell’olimpismo”!
In Cina la pena di morte è prevista per circa 68 reati, inclusi crimini non violenti e di tipo economico, come l’evasione e la frode fiscale. La pena capitale è applicata ampiamente, arbitrariamente e spesso a causa di interferenze politiche.
Fine della censura su Internet e sui mezzi d’informazione!
Dall’arrivo di Internet in Cina, nel 1994, il governo cinese ha posto sotto controllo i suoi contenuti e censurato le informazioni ritenute sensibili. Con oltre 210 milioni di persone che utilizzano Internet, gli esperti sostengono che la Cina abbia posto in essere il sistema di filtraggio più esteso e tecnologicamente sofisticato del mondo
Libertà per i difensori dei diritti umani di condurre le loro attività pacifiche!
I difensori dei diritti umani continuano a incontrare numerosi ostacoli e a subire violazioni per la loro attività pacifica in difesa dei diritti fondamentali.
Avete idea di come è la situazione dei diritti umani in Italia?
Secondo Amnesty International – sezione italiana (Rapporto Annuale 2008):
1) Tortura, maltrattamenti e responsabilità delle forze di polizia
Anche la XV legislatura ha lasciato immutate le lacune relative all’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura (CAT): l’Italia resta priva di uno specifico reato di tortura nel codice penale.
Il rischio di impunità è aggravato dalla mancanza di forme di identificazione dei singoli agenti di polizia durante le operazioni di ordine pubblico e dall’assenza di organismi indipendenti di monitoraggio.
2) Erosione dei diritti umani nella “guerra al terrore”
La politica del sospetto applicata alle espulsioni e una tenace riluttanza a fare chiarezza sugli abusi commessi in nome della “guerra al terrore” hanno caratterizzato l’approccio delle autorità di governo.
3) Rom e migranti: discriminazione, xenofobia e provvedimenti sulla “sicurezza”
Nel corso del 2007 e della prima metà del 2008, diversi esponenti politici locali e nazionali hanno usato un linguaggio discriminatorio nei confronti dei rom e dei migranti. Nello stesso periodo si sono susseguiti provvedimenti dichiaratamente a protezione della “sicurezza”, in realtà prevalentemente orientati a facilitare l’espulsione dei cittadini dell’UE e dei migranti irregolari: vengono rivolte accuse di discriminazione e xenofobia.
4) Diritti dei rifugiati e dei minori migranti
Alcuni miglioramenti sono stati introdotti nel 2007 nella normativa e nella prassi in materia di asilo e rispetto ai minori migranti giunti alla frontiera. Essi tuttavia vengono ora messi a rischio dalle proposte di riforma incluse nel citato “pacchetto sicurezza”, che intervengono in un quadro ancora privo di una legge organica sull’asilo.
Salute e …peggio nun nisse.