
Il modo in cui si nasce, si cresce, si studia o non si studia, ci si cura, si lavora continua a differire profondamente, non solo di stato in stato ma anche all’interno di uno stesso Paese.
In generale esiste un rapporto direttamente proporzionale tra reddito medio, istruzione e aspettativa di vita: il fattore sociale continua a mietere più vittime del fattore genetico.
Non avere sufficienti disponibilità economiche significa essere maggiormente esposti alle malattie.
Non è una bella scoperta, ed era comunque largamente prevedibile.
Occorre sviluppare politiche che influenzino positivamente le condizioni di vita quotidiana.
Ridurre le disuguaglianze sociali, che incidono sullo stato di salute, è un imperativo etico.
Bisogna abbattere l’ingiustizia sociale su grande scala.
Serve un vero e proprio desiderio di cambiare, un volontà di creare un mondo migliore e più giusto in cui l’aspettativa di vita della gente e la loro salute non sia più determinata da dove capita di essere nato, dal colore della pelle, o dalla mancanza di opportunità offerte ai loro genitori.
Purtroppo c’è ancora molto da fare per un mondo più uguale.
…ed io non ho nessuna fiducia in questi politici!
Salute e …peggio nun nisse.
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