Senza competenza e senza rispetto

Secondo un’indagine condotta da Guido Bertolini, epidemiologo dell’Istituto Mario Negri, assieme al Gruppo italiano di valutazione degli interventi in Terapia Intensiva, il 62% dei decessi registrati nei Reparti di Rianimazione italiani avviene perché i medici, nella quasi totalità dei casi dopo un confronto con i familiari, decidono un atto di desistenza terapeutica, come può essere quello di sospendere la ventilazione forzata o non aggiungere un’ulteriore cura, che si ritiene inutile e che potrebbe essere considera un accanimento terapeutico. I dati sono riferiti al 2005 ma sono ancora del tutto attuali.

In Italia si stima siano tra le 2.000 e le 2.500 le persone che, come Eluana Englaro, sono in stato vegetativo persistente; l’incidenza risulta compresa tra 3,5 e 5 pazienti ogni 100.000 abitanti. Ogni anno sono due-trecentomila le persone che entrano in coma per incidenti stradali o sul lavoro, per malattie o intossicazioni. Più di un terzo ne esce indenne, altri riportano danni più o meno gravi e per circa 500 di loro il coma evolve in stato vegetativo, che diventa persistente quando dura oltre 3 mesi.

Eluana il 18 gennaio del 1992 rimane vittima di un incidente stradale: viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico; nell’incidente riporta anche la frattura della seconda vertebra cervicale, che comporta quasi sicuramente la paralisi totale. Dimessa dalla rianimazione nell’aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell’ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile “risveglio”. Dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile.

La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa da un trauma oppure da un’emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile, dall’intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza.

Dal sito internet Desistenza Terapeutica Italia:

Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l’intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.

Berlusconi ha detto: “Non sappiamo quanto irreversibile sia lo stato vegetativo di Eluana. …Eluana è una persona viva, respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire”.

Di quale perversione soffre questo piccolo uomo?!?

Napolitano-BerlusconiPerciò il governo intende intervenire con un provvedimento d’urgenza per impedire che a Udine finisca la lunga agonia della donna in coma da 17 anni.

Nella nostra società si parla sempre di qualità della vita, ma la civiltà di un Paese si misura anche attraverso la dignità che riusciamo a dare a chi si trova alla fine del proprio percorso esistenziale.

Salute e …peggio nun nisse.

Questa voce è stata pubblicata in Pensiero libero e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.