Michael Martin, primo presidente della Camera bassa (“House of Commons” ), la terza carica più importante del Regno Unito, dopo la regina e il primo ministro, ha dato le dimissioni dal suo incarico per la vicenda dei rimborsi spese, di cui i parlamentari hanno abusato oltre i limiti del consentito, sfociando talvolta nel ridicolo.
Tutto è cominciato con la decisione del Daily Telegraph di pubblicare le informazioni riservate della camera dei Comuni sui rimborsi spese dei deputati; il caso è stato poi seguito con costanza da tutti i media britannici.
Hanno fatto scalpore la richiesta di rimborsi quanto meno imbarazzanti, come un sofisticato “cinema da casa” per 2600 sterline e una poltrona per massaggi da 730; ma ci sono stati deputati che si sono fatti rimborsare il mutuo anche quando era già estinto, altri che si sono fatti riparare la piscina o il campo da tennis, altri ancora che hanno messo in conto non solo pranzi e cene al ristorante ma pure bottiglie di vino comprate al supermercato, tavolette di cioccolato, confezioni di Tampax.
Di quegli imbrogli Michael Martin non si è personalmente macchiato, ma ne è giudicato lo stesso responsabile, per non avere fatto pulizia in parlamento e avere di fatto permesso un clima di illegalità e immoralità. Le sue dimissioni costituiscono uno shock per la Gran Bretagna: sono passati più di 300 anni dall’ultima volta che si dimise uno Speaker dei Comuni.
Cosa succede invece in Italia? Quali e quanti sono gli “extra” dei nostri parlamentari?
Eccone alcuni:
– 81 mila euro l’anno per il parrucchiere delle onorevoli senatrici (ma giusto pochi giorni fa il presidente Renato Schifani ha invitato a cancellare quella voce in bilancio).
– 134.290 euro come rimborso spese funerarie per i senatori e gli “ex” senatori deceduti nel 2008.
– Per ogni deputato 4.003 euro mensili come “rimborso spese di soggiorno“e 4.190 euro al mese a titolo di “rimborso spese“. Naturalmente gli 8.190 euro mensili ai deputati e 8.678 mila euro ai senatori sono solo, appunto, rimborsi. Nulla a che fare con le indennità da 5.500 euro, lo stipendio in senso stretto.
– Oltre 4 mila euro al mese (4.678 al Senato) erogati a ciascun onorevole per i cosiddetti portaborse.
– I 1.058 “ex” senatori ancora in vita costano 1 milione 726 mila euro per viaggi in treni, aereo o per passaggi autostradali, al netto, ovvio, del vitalizio.
– Montecitorio e Palazzo Madama, in questo 2009, distribuiranno ai nostri 630 deputati e 322 senatori rimborsi spese destinati sulla carta a viaggi, diaria e segreterie per qualcosa come 96 milioni di euro (72 milioni di euro alla Camera e 24 milioni al Senato ) e senza chiedere alcun documento che attesti se davvero saranno utilizzati per gli scopi istituzionali.
Da noi, non esiste la nota spesa, la Camera e il Senato affidano una somma sulla fiducia. Sarà poi l’onorevole a gestirla a suo piacimento.
– Inoltre assistenza sanitaria garantita ai senatori e ai deputati e ai loro familiari; basta pagare 25 euro al mese per ciascun figlio o consorte, ma anche per il convivente, e ogni cura è assicurata gratis. La coppia di fatto che le Camere non hanno mai voluto riconoscere, in Parlamento esiste.
.
Salute e …peggio nun nisse.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.