Dal mese scorso, anche l’Italia è sulla lista dei paesi in cui i media non sono più totalmente liberi, come afferma l’organizzazione Freedom House.
A proposito dell’Italia, questa organizzazione che lotta per la libertà di stampa spiega: “[i media] sono limitati da tribunali e leggi sul reato di diffamazione, dalla crescente intimidazione nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e dei gruppi di estrema destra, e dalle preoccupazioni riguardo alla concentrazione della proprietà dei media.”
L’ informazione spesso non è oggettiva nei telegiornali, come non lo è nei quotidiani italiani. Quasi nessun mezzo di informazione (tradizionale) pretende di essere completamente indipendente.
Il telegiornale di Rai 1 è sempre filo-governativo, quello su Rai 2 pro-chiesa, quello su Rai 3 tende a sinistra.
Il telegiornale su Rete 4 (della Mediaset di Berlusconi) fa ridere, ululare, sganasciarsi dalle risate, tanto è incredibilmente a favore di Berlusconi.
Il telegiornale su Canale 5 (anche Mediaset) è semplicemente pro-Berlusconi.
Quello su Italia 1 (Mediaset) dà solo notizie sul mondo dello spettacolo e cerca di stare alla larga dal giornalismo serio.
Il telegiornale sul canale 7 ( La 7) (proprietà di Telecom Italia) sembra neutrale, ma è poco seguito.
Il telegiornale del canale a pagamento Sky in effetti è il più neutrale, ma anche quest’ultimo non raggiunge che solo un gruppo molto limitato di telespettatori.
Tra i quotidiani, Il Giornale, Libero, Il Foglio, il quotidiano economico Il Sole 24ore e tanti giornali regionali sono quasi sempre a favore di Berlusconi.
L’Unità e Il Manifesto (giornali di sinistra) gli sono sempre contro, come lo è La Repubblica (al primo posto nel dare notizie sullo scandalo a sfondo sessuale di Berlusconi).
I più neutrali in fondo sono La Stampa e Il Corriere della Sera, ma sono anche i giornali che spesso seguono la corrente che più gli fa comodo. (Sulla Stampa, le notizie che riguardano la Fiat sono sempre molto di parte, giacché la famiglia Agnelli è proprietaria sia del giornale che della fabbrica di automobili).
Berlusconi ha fatto un appello particolare. Ha chiesto alle imprese italiane di non fare inserzioni sui media che sono critici nei suoi confronti. In poche parole: era un appello a boicottare La Repubblica (e il settimanale L’Espresso) e Rai 3, cancellandoli e così tappare la bocca ai suoi critici. Non è un appello privo di forza, e le possibilità che venga accolto sono alte. Giacché molte grandi imprese italiane preferiscono tenersi buono Berlusconi. Le cifre indicano che da quando Berlusconi è di nuovo premier, Mediaset è riuscita a conquistare più quote del mercato pubblicitario, a scapito del servizio pubblico Rai.
Il ministro dell’economia Tremonti ha detto che i media non devono parlare della crisi economica in Italia fino a dopo l’ estate. Trova che la cosa non faccia bene. A dove condurrà una tale situazione?
Tratto dall’articolo Fra poco anche dall’Italia notizie via twitter?
pubblicato venerdì 26 giugno 2009 in Olanda
Dal sito web ITALIA DALL’ESTERO
Normale che l’Italia rispetto al resto dell’Europa abbia la più bassa diffusione dei giornali, con un rapporto di copie/abitanti del 10%.
Io non compro più i giornali perché non mi fido di quello che riportano: non ho né voglia né tempo di leggerli tutti per capire quello che è successo.
L’informazione la cerco tramite internet: i siti stranieri sono più obiettivi; i loro giudizi nei nostri confronti non sono affatto lusinghieri…
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Salute e …peggio nun nisse.
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