“Draquila – L’italia che trema” di Sabina Guzzanti è un film fuori concorso a Cannes che farà sicuramente discutere, e forse si spera riflettere. È un documentario che cerca di far luce su alcuni retroscena della ricostruzione post-terremoto in Abruzzo. È un duro atto d’accusa nei confronti del Governo e della Protezione Civile, che getta un’ombra su quanto accadde dopo quella terribile notte e parla apertamente di speculazioni.
Da quando i politici sono diventati barzellettieri, i comici hanno il dovere morale e l’autorevolezza per parlare di politica o addirittura di fare politica. Così Sabina Guzzanti prova a ragionare sulla prevenzione mancata, sulle vite condannate, sulle speculazioni, sui finanziamenti illeciti, sulla sistematica messa in discussione dei principi di trasparenza e legalità che sono alla base di una socialità democratica.
La Guzzanti elabora tre proprie convinzioni:
1. per Berlusconi, il terremoto è stata un’occasione straordinaria per riprendersi da una situazione personale spinosa;
2. più che in altri casi, la Protezione civile e “i poteri speciali all’uomo speciale” Guido Bertolaso hanno dimostrato di essere il braccio operativo del presidente del Consiglio, grazie a normative straordinarie e ad una sinistra desolante e desolata come la tenda abbandonata del Pd;
3. i cittadini aquilani non son mai stati consultati sul destino proprio e della propria città, con una ricostruzione in barba alla sua storia e alla sua cultura.
Sono stati intervistati terremotati riconoscenti prodighi di lodi per Berlusconi, e terremotati esasperati che sfilano con gli striscioni “Vergogna”.
Nel film alcuni momenti sono profondamente toccanti, come le luci rimaste accese nel centro della città fantasma dalla notte del terremoto, i cumuli di macerie che aprono e chiudono il film, lo smarrimento disperato delle persone. Crea sdegno e rabbia essere informati della proibizione ai cittadini nei campi-tenda di bere alcol, caffè e persino Coca Cola (“per non essere eccitati”), il divieto di assemblea pubblica nelle tendopoli, l’ingresso vietato in certi campi profughi, la dichiarazione che i destinatari delle casette di legno hanno dovuto firmare l’impegno a riconsegnare la fornitura domestica in buono stato e a non piantare neppure un chiodo sulle pareti, l’ammissione a cerimonie o visite ufficiali soltanto ai giornalisti autorizzati dalla presidenza del Consiglio.
“Trema l’Italia. Per i privilegi di pochi, per le leggi ad personam, per l’appropriazione indebita dei fondi pubblici, per la corruzione, per le caste, per i servizi negati ai cittadini, per la speculazione edilizia. Trema e si sgretola lentamente. Non restare a guardare. Dai una scossa al cambiamento. Il diritto di espressione è il cemento della democrazia.” (dal sito ufficiale del film)
Salute e …peggio nun nisse.
Devi accedere per postare un commento.