“Draquila – L’italia che trema” è un’inchiesta sul campo che va a rintracciare le voci “fuori dal coro” dei terremotati d’Abruzzo.
A Sandro Bondi, ministro della Cultura, non è piaciuto.
Non è piaciuto a Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che ha spiegato durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi che “ognuno deve tutelare la propria dignità, i propri funzionari” e secondo lui “portandolo a Cannes l’Italia non farà una bella figura”.
Non è piaciuto neanche a Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, anche se non ha visto il film ed ha annunciato alla trasmissione L’ultima parola, che si riserva di vedere Draquila (!) e di dare mandato all’avvocatura dello Stato per eventuali danni che il film possa arrecare all’immagine dell’Italia.
Bondi ha deciso di non partecipare al festival di Cannes esprimendo “rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che offende la verità e l’intero popolo italiano”.
Per Luigi De Magistris dell’Italia dei valori, “a offendere la verità e il popolo italiano non sono né l’arte né l’informazione, ma un ministro che invece di comportarsi come tale, onorando gli impegni istituzionali a cui è chiamato per via del ruolo che riveste, preferisce recitare la parte del fedele servitore del premier disertando il Festival di Cannes”.
Per Jack Lang ex-ministro della cultura francese ed attuale “emissario speciale” del presidente Nicolas Sarkozy la decisione di Bondi di non andare a Cannes è sintomo di una “strana concezione della libertà”.
Per Marco Bellocchio quello di Bondi è “un forfait sconcertante. Se almeno avesse visto la pellicola di Sabina Guzzanti la reazione sarebbe più motivata, più responsabile, invece…” (!)
Salute e …peggio nun nisse.
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