La Striscia di Gaza è una piccola zona lungo la costa del Mediterraneo tra l’Egitto ed Israele, lunga 40 km e larga 10 km, 360 km² di superficie, popolata da circa 1.400.000 abitanti di etnia araba. La striscia di Gaza ha una tra le maggiori percentuali di densità di popolazione al mondo.
I confini furono stabiliti nel 1948 dopo la creazione dello stato d’Israele; da allora fu occupata dall’Egitto fino al 1967 e poi passò sotto il controllo israeliano. Nel 2005 l’esercito israeliano formalmente si ritira dalla Striscia, ma di fatto continua a detenere il controllo dei confini, dello spazio aereo e di mare.
Una barriera di metallo costruita dagli Israeliani divide Israele dalla striscia di Gaza.
L’unica zona di confine non controllata completamente dagli Israeliani è il valico di Rafah al confine con l’Egitto la cui gestione ufficiale, dopo pressioni internazionali, è affidata all’Egitto coadiuvato da osservatori europei. Il governo israeliano effettua i controlli tramite videosorveglianza, ma non può effettuare fermi di persone. Il valico è destinato al transito di pedoni e alle esportazioni, non sono concesse importazioni.
Ufficialmente le merci in ingresso dall’Egitto possono entrare solo dal valico di Kerem Shalom e da Israele solo dai valichi di Sufa e Karni, tutti controllati dall’esercito israeliano. Il principale passaggio per recarsi in Israele è il valico di Erez.
Da giugno 2006 tutti i valichi sono chiusi e questo assedio totale ha avuto un impatto disastroso sulla situazione umanitaria ed ha violato i diritti economici e sociali della popolazione civile palestinese particolarmente il diritto a condizioni di vita dignitose, il diritto alla salute e all’educazione ed ha paralizzato interi settori economici. Le chiusure condizionano il flusso di scorte alimentari, medicinali e altri necessità come il carburante, materiali di costruzione e materie prime per i vari settori economici. Ci sono state severe restrizioni della circolazione delle persone ed in conseguenza di questa paralisi totale almeno il 73 % delle famiglie nella striscia di Gaza vive sotto il limite di povertà e la disoccupazione è al 55%.
L’attività principale, la pesca, è proibita dal 25 giugno 2006 e prima era soggetta a pesanti limitazioni. La situazione economica e sociale è gravissima, la maggior parte della popolazione si trova in situazione di grave indigenza e di completa dipendenza dagli aiuti assistenziali anche perché la reiterata chiusura dei valichi compromette le esportazioni.
Le aggressioni dell’esercito israeliano sotto forma di attacchi aerei, invasioni, arresti ed esecuzioni extragiudiziali vanno poi ad aggravare una situazione critica già da molto tempo.
Con il pretesto della sicurezza, Israele ha creato un regime di apartheid. La popolazione indigena palestinese è continuamente oppressa dai benefici dei non-Palestinesi. La maggior parte dei palestinesi è diventata un popolo di profughi e la rimanenza un popolo che vive in un regime di apartheid nella propria terra.
La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja nel 2004 ha dichiarato che il Muro è illegale e va abbattuto, ma questo è stato ignorato e di fatto permesso o tollerato.
È un tragico panorama: senza diritti base, quello all’esistenza, alla terra e a un lavoro, non c’è futuro, e un popolo senza futuro è condannato al baratro.
Gli israeliani che hanno subito le terribili condizioni dei ghetti nazisti nell’ultima guerra mondiale dovrebbero opporsi ad una politica che ripropone proprio la ghettizzazione di un popolo che ha il diritto di vivere in pace nella propria terra.
Dal film Kedma – Verso Oriente – Regia di Amos Gitai – Fran./Israele/Ita. – 2002 : “Qui resteremo, malgrado voi, come un muro. Avremo fame, saremo mal vestiti, ma vi sfideremo. Comporremo poesie. Qui resteremo, malgrado voi, come un muro. E riempiremo le strade delle nostre manifestazioni. Alleveremo figli rivoltosi, generazione dopo generazione”.
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse (stato) fatto a te.
Salute e …peggio nun nisse.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.