Le polveri fini sono delle particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo; vengono classificate secondo la loro dimensione, che può determinare un diverso livello di nocività. Infatti, più queste particelle sono piccole più hanno la capacità di penetrare nell’apparato respiratorio. Le Pm10 possono essere inalate e penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe.
Le Pm2,5 possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi.
Le polveri ultrafini potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli e ancora più in profondità nell’organismo e, si sospetta, entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule.
Le principali fonti di polveri fini sono:
- Sorgenti naturali: l’erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino.
- Sorgenti legate all’attività dell’uomo: processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), usura di pneumatici, freni ed asfalto.
Il livello di concentrazione delle Pm10 nelle aree urbane aumenta nel periodo autunno-inverno, cioè quando al traffico veicolare già intenso dovuto alla riapertura delle scuole e alla ripresa della normale attività lavorativa, si aggiungono le emissioni di polveri derivanti dall’accensione degli impianti di riscaldamento. Fenomeni atmosferici come quello dell’inversione termica, infatti, causano lo schiacciamento delle polveri al suolo e ne impediscono la dispersione.
Il Centro europeo ambiente e salute dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha rilevato che “la situazione ambientale relativa alle emissioni di polveri sottili da trasporto urbano rimane critica nelle maggiori città italiane” e 48 capoluoghi di provincia nel 2010 hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo (µg/m3) di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge; addirittura 17 città italiane sono risultate tra le prime 30 europee più inquinate.
Il Pm emesso dal trasporto su strada rappresenta la principale fonte di emissione di particolato nelle aree metropolitane italiane e il suo impatto si conferma un problema di sanità pubblica considerevole. In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato. La mortalità è legata agli effetti a lungo termine attribuibili alle concentrazioni di Pm10 superiori ai 20 µg/m3, limite raccomandato dalle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Oms. Le principali malattie dovute all’esposizione al particolato sono patologie cardiocircolatorie e respiratorie e cancro al polmone.
Occorrerebbero politiche che mirino al contenimento delle emissioni dei mezzi privati a motore integrando migliorie tecnologiche di veicoli e carburanti, ispezioni obbligatorie ai veicoli, e incentivi fiscali, con una pianificazione urbana che promuova la pratica di camminare e andare in bicicletta in condizione di sicurezza e un trasporto pubblico pulito ed efficiente.
A Parigi i coordinatori dello studio europeo “Aphekom” hanno presentato i risultati di una ricerca triennale che è andata a quantificare in termini economici l’impatto dell’inquinamento dell’aria in 25 città europee. É stato stimato quanti soldi si risparmierebbero se dagli attuali livelli di particolato e ozono si scendesse alle soglie raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ben più basse degli attuali livelli di legge che verranno comunque rivisti nel 2013. Il micidiale particolato fine (Pm2,5), per esempio, causa di infarti e tumori, per legge non dovrebbe superare in media i 20 µg/m3, ma per l’Oms non dovrebbe andare oltre i 10 µg/m3.
Domanda per chi governa: – come fai a stare in pace con la tua coscienza sapendo che portare gli attuali livelli di particolato e ozono alle soglie raccomandate dall’Oms con interventi di politica volti a risanare l’aria, agendo su traffico, emissioni industriali e riscaldamenti, si eviterebbero sofferenze, ricoveri ospedalieri e morti?
Per esempio, a Roma il particolato fine (Pm2,5) ha una media di 21 µg/m3, cioè è quasi nei limiti di legge; ma se si adeguasse ai limiti dell’Oms si eviterebbero 1.278 morti per malattie croniche. Se un decremento paragonabile a questo avvenisse sul Pm10, si potrebbero prevenire anche 227 morti per accidenti a breve termine e un migliaio di ricoveri all’anno.
Per quanto riguarda Perugia fin da domenica 13 febbraio si è superato il livello di Pm10 consentito per ben 22 giorni dall’inizio dell’anno. Ponte San Giovanni ha fatto registrare il picco di 117 µg/m3 di Pm10.
Intanto il Comune di Perugia ha rincarato i biglietti dei mezzi pubblici e tagliato molte linee motivando i cittadini ad adoperare l’automobile…
Salute e …peggio nun nisse.
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