Il 12 e il 13 giugno si voterà su quattro quesiti referendari. Si tratta di referendum abrogativi: si viene dunque chiamati ad abrogare (anche parzialmente) o confermare quattro normative, attualmente in vigore, che riguardano il nucleare, il legittimo impedimento e, due, sulla gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica, compresa l’acqua.
Quesito sul nucleare
Il titolo della scheda sul nucleare sarà «abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare».Quesito sul legittimo impedimento
Si vuole abrogare la legge sul legittimo impedimento (cioè la possibilità per chi è impegnato in attività di governo, premier e ministri, di non comparire nelle aule di giustizia), dopo la dichiarazione di parziale incostituzionalità della legge da parte della Consulta del gennaio scorso.Due quesiti sull’acqua
→ il primo, sulla «privatizzazione dell’acqua», riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; → il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo ultimo caso si tratta di una abrogazione parziale della norma.
Anche questa volta il quorum è ad alto rischio: i sondaggi in mano ai partiti parlano di una cifra ancora inferiore al 50 per cento.
No ai partiti in campo: non può essere solo una questione politica. Acqua, aria e legalità non sono né di destra, né di centro, né di sinistra.
Il Garante per le Comunicazioni richiama ancora una volta la Rai per la scarsa visibilità mediatica data ai referendum: l’Agcom ha infatti giudicato largamente insufficiente l’informazione finora fornita agli utenti del servizio pubblico, “inadempiente” rispetto alle regole imposte sulla campagna referendaria dalla Commissione di Vigilanza Rai.
Ancora una volta Famiglia Cristiana lancia un attacco diretto al premier: «Berlusconi immaginava che la Cassazione avrebbe annullato questo referendum. Così non è stato. Un’altra sconfitta che si aggiunge alla disfatta elettorale delle amministrative». Secondo il settimanale cattolico è più che probabile la vittoria dei “si” per tutti e quattro i quesiti, ammesso che la consultazione popolare superi il quorum del 50% più uno dei chiamati alle urne: il che resta naturalmente da vedere.
Intanto la Germania dice addio al nucleare: le centrali verranno fermate tutte entro il 2022. Angela Merkel ha detto che servono vasti sforzi per promuovere le energie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza e la revisione della rete elettrica.
«Ogni giorno di energia nucleare è uno di troppo».
Salute e …peggio nun nisse.
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