Perché le chiamano “morti bianche” ?


Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna sono oltre 1100 i morti sul lavoro nel 2011; oltre il 15% di questi lavoratori lavoravano in nero o erano già in pensione. Oltre il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni e le vittime in questa fascia d’età sono quasi tutte concentrate in agricoltura e in edilizia. L’agricoltura ha già avuto 206 morti sui luoghi di lavoro e registra il 31,16 % di tutti i morti sul lavoro. Gli agricoltori, come tutti gli anni, muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori spesso senza protezioni che si ribaltano; praticamente muore un agricoltore schiacciato dal trattore ogni 3 giorni. I lavoratori deceduti in itinere o sulle strade sono lavoratori che utilizzano un mezzo di trasporto (agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.) e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro/lavoro-casa. In Umbria nel 2011 ci sono stati 17 morti sui luoghi di lavoro, + 142% rispetto al 2010 (7 morti).

Ministro Fornero, ripristini le norme per la sicurezza sul lavoro, volute dal Governo Prodi con il testo unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) e stravolte dall’ex Ministro del Lavoro Sacconi, con il Dlgs 106/09 (decreto correttivo), che tra l’altro ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti, in alcuni casi ha sostituito l’arresto con l’ammenda, ha introdotto la “salva-manager”.

Salute e …peggio nun nisse.

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