Berlusconi non è il nostro padrone


Finora l’attività del premier è stata interamente rivolta verso la “politica ad personam”, dove l’interesse di un singolo o di una casta ha avuto la precedenza su tutto il resto.
Inoltre Berlusconi ha una visione proprietaria delle istituzioni e gregaria dei partiti.

Fini si era permesso di dire che il presidente del Consiglio ha “una logica aziendale” e che troppo spesso confonde “garantismo e impunità”.

Berlusconi ha sempre intorno fedelissimi, persone pronte a tutto pur di accontentarlo; non è capace di accettare il pluralismo delle idee e di rispettare la diversità delle opinioni, di inseguire l’interesse collettivo e di valorizzare la democrazia parlamentare, di tutelare i diritti delle persone e i difendere le istituzioni.
Berlusconi si è dichiarato “non più disposto ad accettare il dissenso, un vero partito nel partito” [o la pensi come lui, o sei contro di lui] e di fatto, ha espulso dal partito Fini e i finiani, mettendo in discussione anche il ruolo di Presidente della Camera.

Fini in una conferenza stampa ha ha detto che ”Berlusconi non ha una concezione liberale della democrazia” e ha dettato la sua strategia: “Voteremo tutti i provvedimenti compresi nel programma di maggioranza. Non voteremo i provvedimenti in contrasto con gli interessi del Paese. Il mio compito è garantire l’imparzialità e non quello di fare gli interessi della maggioranza”.

Futuro incerto?

Quello che è certo è che per Berlusconi non ci sarà più nessuna vittoria scontata, nessun altro voto di fiducia garantito.

Salute e …peggio nun nisse.

Non voglio più pagare più il canone Rai


All’edizione delle 20 del Tg1 di ieri Minzolini in un nuovo editoriale ha esaltato la manovra economica del governo indicando i pregi di una finanziaria “impopolare ma necessaria. Le scelte dell’esecutivo hanno ricevuto il plauso dell’Europa; non ci sono stati sconquassi come invece in altri paesi…”
Ha poi criticato l’uso politico delle nuove inchieste: “Si è blaterato di governi tecnici o di larghe intese, si sono enfatizzate inchieste giudiziarie dai contorni confusi, un avviso di garanzia diventa una condanna: la solita cappa mediatica che vuole condizionare gli equilibri del paese. Siamo alla deriva giustizialista. … Mai come adesso c’è bisogno di responsabilità: il divorzio che si sta consumando fra Berlusconi e Fini ha tanti aspetti negativi, ma uno positivo: la chiarezza”.

Che dire? A confronto Fede è un dilettante.

Salute e …peggio nun nisse.

Incapaci, ma almeno col sorriso

Uno studio condotto dall‘University of Southern California Marshall School of Business (Usa) sulle preferenze dei clienti di ristoranti, banche, uffici governativi, negozi, università ha rilevato che è meglio avere rapporti con una persona educata e gentile, anche se poco preparata, piuttosto che con un operatore maleducato.

Il giudizio negativo arriva anche se i gesti poco civili non sono rivolti direttamente al cliente; addirittura anche quando l’incivile, in realtà, sta cercando di essere di aiuto all’intervistato.

Questi risultati sottolineano la necessità, per le organizzazioni, di promuovere la buona educazione fra i dipendenti: per risultare vincenti e lasciare un’impressione positiva, sorriso e cortesia sono davvero fondamentali.

Salute e …peggio nun nisse.

Déjà-vu

Sergio Marchionne annuncia che “la Fiat produrrà in Serbia la monovolume (ma con sindacati più seri si faceva a Mirafiori)”. Ha confermato l’impegno preso con i sindacati che vogliono garantire la produzione della Panda in Italia, ma le linee della «L-0» (nome in codice dell’auto che sostituirà Musa, Idea, Multipla) andranno in Serbia.

Il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, ha accusato “la Fiat di strutturarsi come una multinazionale estera e soprattutto low-cost, cioè un gruppo che insegue i salari più bassi e i finanziamenti pubblici”.

Silvio Berlusconi ha detto chein una libera economia e in un libero Stato, un gruppo industriale è libero di collocare dove è più conveniente la propria produzione. Mi auguro soltanto che questo non accada a scapito dell’Italia e degli addetti italiani a cui la Fiat offre il lavoro”.

Sergio Marchionne a sua volta ha detto che “la Fiat non fa politica. La Fiat fa automobili. E le deve vendere. Non può essere vittima di altre logiche”, e ha ripetuto che “l’arena per il Lingotto è il mondo aperto, non i salotti chiusi nelle ritualità italiane”.


Era il 23 gennaio 2004 quando…

… a proposito dell’euro e dei prezzi incontrollabili e incontrollati Berlusconi disse : “Se i prezzi sono aumentati la colpa è dell’euro, checché ne dica Prodi. Disse che quanto affermavo io era una menzogna. Ma questo è sotto gli occhi di tutti ed è una verità”. I guai sono venuti perché “siamo in un mercato libero … la piccola distribuzione ha ritenuto di semplificare prendendo l’euro come entità di base non facendo ricorso ai centesimi”. Una strada che “ha portato a considerare il valore di un euro alla pari delle vecchie mille lire”.

Ora però c’è chi accusa che allora il governo è stato colpevolmente latitante nella fase di cambio dalla lira all’euro; anche senza imporre prezzi calmierati avrebbe potuto esigere esposti nei cartellini il doppio valore lira/euro, come avvenuto in altre Nazioni: si sarebbe aiutato a comprendere il vero valore della merce.

Salute e …peggio nun nisse.

Non autosufficienza: un fenomeno in continua crescita

Nel 2009 in Italia il 14% della popolazione ha meno di 14 anni, il 65% è in età lavorativa (15-64 anni), il 20,1% ha oltre 65 anni. L’invecchiamento della popolazione è progressivo ed inesorabile nel tempo, e nel 2051 gli over 65 saranno il 34,3%.

Il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha presentato il ”Rapporto sulla non autosufficienza” dai cui emerge che in Italia ci sono 2,6 milioni di persone in condizione di disabilità, non autosufficienti e dunque non in grado di badare a se stesse, che vivono in famiglia (dati Istat 2007), pari al 4,8% della popolazione.

La disabilità è pari al 9,7% della fascia di popolazione dai 70-74 anni, si eleva al 17,8% nella fascia dai 75-79 anni, e raggiunge il 44,5% degli 80enni. La percentuale delle persone con disabilità di sesso femminile (6,1%) è il doppio di quella maschile (3,3%).

Sono oltre 1.700.000 le persone con invalidità motoria (3% della popolazione); oltre 500.000 le persone che hanno una invalidità per malattia mentale (0,9% della popolazione) e il 5,3% della popolazione (il 7,4% donne, il 3,1% uomini) dichiara di soffrire di ansietà cronica e di depressione.

In Italia ci sono 774.000 badanti di cui 700.000 straniere. Circa il 6,6% degli anziani over 65 utilizza una badante (10% al Nord). Lo Stato spende per l’indennità di accompagnamento 6,3 miliardi, mentre le famiglie italiane sostengono una spesa di oltre 9 miliardi per retribuire le badanti.

Salute e …peggio nun nisse.

Segnali di speranza

La fiducia nel premier e nel suo governo è in netto calo:

secondo il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it, sono scesi al 39% coloro che dichiarano di avere fiducia nel presidente del Consiglio, il punto più basso mai raggiunto dal Cavaliere dall’inizio della legislatura.


Quello che oggi ha detto Silvio Berlusconi appare come una risposta a questo sondaggio: “In questi giorni sono riprese contro il governo e contro il Popolo della libertà furibonde campagne mediatiche. I nostri avversari sono maestri nelle chiacchiere, con le quali cercano di nascondere i loro demeriti e di oscurare il tanto di buono che abbiamo fatto in questi due anni difficili: non riusciranno nel loro intento se noi saremo uniti, se il Popolo della Libertà sarà unito attorno al proprio governo, consapevole dei grandi risultati finora ottenuti, coeso tra leader, dirigenti e popolo.”

Il sondaggio ha anche rilevato che nessun partito guadagna, tutti perdono, cresce la disaffezione. Cala la fiducia nella maggioranza ed anche quella nell’opposizione, incapace di guadagnare consensi nonostante le difficoltà in campo avverso.

Salute e …peggio nun nisse.

Lotta alla mafia

Paolo Borsellino:

“La lotta alla mafia è il primo problema da risolvere … non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti e specialmente le giovani generazioni le spinga a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale della indifferenza della contiguità e quindi della complicità”.

Nel diciottesimo anniversario della strage di Via D’Amelio vengono buttate a terra, a Palermo, le statue in gesso di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.  Un atto vandalico, altamente simbolico, un messaggio mentre la città scende in piazza e discute per ricordare.

Salute e …peggio nun nisse.

Quanto costa un ricco?

Riporto un pensiero di João Baptista da Silva Leitão de Almeida Garrett, dalla 4ª di copertina del libro Il Quaderno di José Saramago.


«E io chiedo agli economisti politici, ai moralisti, se hanno già calcolato il numero di individui che è giocoforza condannare alla miseria, al lavoro eccessivo, alla demoralizzazione, all’infanzia perenne, alla più abietta ignoranza, alla disgrazia ineluttabile, alla penuria assoluta, per produrre un ricco?»

Almeida Garrett (1799-1854)

Salute e …peggio nun nisse.

La voglia di controllo del quarto potere

Al pensiero di Fini (“In un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente”) Berlusconi ha replicato: “La libertà di stampa non è un diritto assoluto”.

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Il giornalismo è la professione di chi, operando nel mondo dell’editoria, è specializzato nella raccolta, nell’elaborazione e nella trasmissione di notizie.

Il giornalismo è stato definito il quarto potere (dopo quelli legislativo, esecutivo e giudiziario), per l’importanza che da sempre riveste nella società civile e per i forti interessi che coinvolge, per la capacità dei mass media di influenzare le opinioni e le scelte dell’elettorato.

Una editoria libera da ogni condizionamento garantisce una società e un convivere civile migliori.

Il problema è diventato ancora più importante con l’enorme diffusione della televisione, che è ormai l’unica fonte di informazione per la stragrande maggioranza della popolazione (italiana).

I rischi principali per la democrazia in seguito ad un uso improprio di questo potere sono costituiti dal controllo politico dei mezzi di informazione e dall’accentramento di essi nelle mani di un ristretto gruppo di persone.

In questi due casi infatti, considerando che coloro che controllano i media tendono a “filtrare” le informazioni che sono in contrasto con i propri interessi, si avrebbe una mancanza di pluralismo, e si ostacolerebbe quindi la possibilità dei cittadini-elettori di formarsi delle opinioni informate e di attuare delle scelte informate.

Salute e …peggio nun nisse.

Non voglio sprecare il mio tempo e denaro

A cosa servono i giornali? A influenzare l’opinione pubblica per conto dei loro proprietari e a inviare messaggi mafiosi alla bisogna. I giornali non vanno confusi con l’informazione.

É risaputo che gli italiani non comprano i giornali: in Italia sono solo sei milioni le persone che ogni giorno comprano il giornale, lo stesso numero che c’era nel dopoguerra.
Come riescono allora a sopravvivere i giornali?
Naturalmente con il finanziamento pubblico all’editoria; e non solo sopravvivono, ma ci vivono bene.

Da quando 25 anni fa una legge stabilì che i giornali di partito dovevano avere un contributo di sopravvivenza, si è trovato il modo, attraverso continue modifiche di legge nel corso degli anni, di dare direttamente o indirettamente soldi a tutti.
Con la legge del 1981 si dà un aiuto ai giornali di partito perché non in grado di sostenersi da soli. Nell’87 la legge cambia e basta che due deputati dicano il tal giornale è organo di un movimento politico, che può attingere al grande portafoglio; poi nel 2001 la legge cambia di nuovo: bisogna diventare cooperativa.
E così siamo arrivati a spendere 667 milioni di euro all’anno.

I contributi ai giornali sono stanziati dal dipartimento editoria, che dipende dalla Presidenza del Consiglio.

Alcuni giornali che prendono soldi dallo Stato vendono poche copie, addirittura c’è chi riesce a vendere due o tre copie al giorno (es. Napoli Più)!


Il contributo statale si basa sui costi e sulla tiratura. Più copie stampi più aumenta il contributo ma devi venderne almeno il 25% della tiratura, per esempio L’opinione tira 30.000 copie, se vuole i soldi pubblici ne deve vendere 7500. Ma non ce la fa. Allora per fare numero vende sottocosto a 10 centesimi. Sulle linee di stampa Unità e Libero si muovono in modo parallelo. Sono i due quotidiani che stampano e vendono di più, e di conseguenza prendono un contributo altissimo.

  • Il Foglio prende tre milioni e mezzo di euro all’anno
  • Libero cinque milioni e 371 mila euro
  • Il Riformista due milioni e 179 mila euro
  • L’opinione due milioni di euro
  • Linea (giornale del Movimento Fiamma Tricolore) prende due milioni e 500 mila euro all’anno
  • Il Roma (rifondato dall’onorevole Tatarella e dall’onorevole Bocchino) prende 2.582 mila euro all’anno
  • L’Indipendente (anche questo fondato dall’onorevole Bocchino) prende circa due milioni, due milioni e mezzo di euro l’anno
  • Il Denaro (giornale dell’Europa mediterranea) prende 2 milioni e 380 mila euro
  • Napoli Più prende un milione e 185 mila euro
  • Il Giornale d’Italia (organo del Movimento Pensionati Uomini Vivi) prende 2 milioni 582 mila euro all’anno
  • La Gazzetta politica (giornale socialista) ha un contributo di 516 mila euro all’anno
  • L’Unità circa 6milioni e 400 mila euro all’anno
  • Europa (l’organo della Margherita) prende tre milioni 138 mila euro
  • Il Secolo d’Italia tre milioni di euro all’anno
  • Liberazione (di Rifondazione Comunista) prende 3 milioni e 700 mila euro
  • La Padania prende 4 milioni di euro
  • Notizie Verdi intorno ai 2 milioni e 400 mila e i 2milioni e 500 mila euro
  • Il Campanile (dell’UDEUR) riceve un milione e 153 mila euro
  • La Discussione (giornale della Democrazia Cristiana) due milioni e mezzo di euro
  • I dodici giornali di Ciarrapico (tutti in vendita obbligatoria con Il Giornale ad un euro: Nuovo Viterbo Oggi, Ciociaria oggi, Nuovo Molise Oggi, Nuovo Rieti, Fiumicino, Guidonia, Ostia, Castelli Oggi) ricevano più di cinque milioni di euro all’anno
  • Italia Oggi (quotidiano di Class Editor) ha un contributo di 5 milioni di euro
  • L’Avvenire (Fondazione Santi Francesco e Caterina che fa riferimento poi alla Conferenza Episcopale Italiana) nel 2004 ha avuto contributi dallo stato per sei milioni di euro
  • Conquiste del Lavoro (giornale della CISL), tre milioni e 300 mila euro
  • Cavalli e Corse Sportsman prende un contributo statale come cooperativa di 2 milioni e 500 mila euro
  • La Nazione e il Resto del Carlino prendono più di due milioni e 800 mila euro di finanziamenti indiretti
  • Sommando le voci tra periodici e quotidiani nel 2004 La Repubblica-Espresso riceve 12 milioni di euro, RCS e Corriere della Sera 25 milioni di euro. Il sole 24 Ore della Confindustria, 18 milioni di euro. La Mondatori 30 milioni di euro.
  • Il Partito Radicale da sempre ha scelto di farsi finanziare la radio: prende 4 milioni di euro l’anno
  • Radio Padania e Radio Maria si spartiscono un milione di euro a carattere permanente cioè tutti gli anni
  • L’ultima fetta della torta dei contributi all’editoria stanziati dalla Presidenza del Consiglio, riguarda indistintamente radio e televisioni locali

Perché gli italiani non comprano i giornali? In Italia i giornali non sono l’informazione: non voglio sprecare il mio tempo e denaro per leggere cose non attendibili, comunque da confermare con altre fonti, probabilmente informazioni parziali o tendenziose.

Un giorno ho ascoltato in televisione un tizio che affermava che una certa notizia che riguardava un tale era vera perché non era stata data alcuna smentita!!!
Per sapere se quello che leggi è vero devi aspettare i giorni seguenti e vedere se ci saranno smentite.

Questa è l’Italia.

Salute e …peggio nun nisse.