Primo marzo 2010 sciopero degli stranieri

L’idea è nata in Francia: una giornata senza immigrati.

24 ore senza di noi”.

Senza colf e badanti, operai e raccoglitori di pomodori, saldatori e addetti alle pulizie, ma anche mediatori culturali, infermieri e medici.

In vari paesi europei è stata proclamata una giornata a sostegno dei cittadini migranti: sarà un momento di mobilitazione contro tutte le forme di lavoro nero e precario, per costruire una civile convivenza.

Anche nel nostro paese il primo marzo è indetta una manifestazione di protesta per far capire all’opinione pubblica italiana quanto sia determinante l’apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società. Gli immigrati lavorano in Italia e per l’Italia, spesso in condizioni durissime e in violazione dei più elementari diritti umani.

Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l’Italia del presente. Autoctoni e immigrati, uniti nella stessa battaglia di civiltà.

Pertanto lo sciopero non sarà solo degli immigrati, ma di tutti quegli italiani che si sentono “stranieri”, in quanto estranei al clima di razzismo e intolleranza che sta avvelenando l’Italia: il primo marzo aderisco al primo sciopero degli stranieri.

Salute e …peggio nun nisse.

La politica del futuro



L’igienista dentale Nicole Minetti fino a pochi mesi fa era nota per il suo ruolo di ballerina in programmi televisivi, ma da quando ha curato Silvio Berlusconi dopo l’aggressione del 13 dicembre scorso, è stata candidata in Lombardia per il Popolo della Libertà alle elezioni regionali di marzo; questo nonostante il fatto che non si conoscessero precedenti esperienze politiche della ragazza.
Oltre alla Minetti, si presentarà alle regionali anche la modella Grazia Capone; inoltre nelle liste del Popolo della Libertà per le regionali c’è anche Giorgio Puricelli, il fisioterapista del Milan, e anche Francesco Magnano, geometra di fiducia di Berlusconi.

Mi chiedo, come a suo tempo ha detto Veronica Lario, se la politica italiana sia stata trasformata in un “ciarpame senza pudore”…

Salute e …peggio nun nisse.

Integrazione difficile

Da quando l’essere irregolari è reato, i pubblici ufficiali, per non finire a loro volta nei guai, devono controllare che gli stranieri siano in possesso della ricevuta per aver chiesto il permesso di soggiorno; deve essere l’originale, non una fotocopia!
Se si è dimenticato a casa l’originale o anche se si ha con sé la fotocopia (per non perdere l’originale) lo straniero verrebbe rinchiuso in un centro di identificazione e rischierebbe fino a duemila euro di multa e un anno di carcere.
Come se un italiano venisse condannato a un anno di carcere per aver dimenticato la carta di identità…
Però la legge vale solo per gli stranieri.


In questo modo un lavoratore in nero (dell’agricoltura al Sud o dell’edilizia al Nord) se non ha il permesso di soggiorno, non può mai più denunciare pubblicamente o alle autorità le sue condizioni di schiavitù. Perché rischia l’arresto immediato e se non lascia l’Italia, una condanna fino a 4 anni di carcere.
Più del suo caporale, che non rischia nulla, e del datore di lavoro, che spesso non si trova mai.

Salute e …peggio nun nisse.

Ken Saro-Wiwa


Ken Saro-Wiwa era uno scrittore, giornalista, autore televisivo e poeta nigeriano, impiccato nel 1995 dal governo dittatoriale di Sani Abacha dopo un processo farsa in cui era stato accusato ingiustamente di aver provocato disordini e ordinato omicidi.
Ken si batteva in nome del popolo Ogoni contro lo sfruttamento indiscriminato delle compagnie petrolifere nel delta del Niger, in prima linea la Shell, che ora è sotto processo a New York per violazione dei diritti umani e sostegno ad una dittatura assassina, citata dai familiari dello scrittore e degli altri 8 militanti che furono impiccati insieme a lui. La Shell si sarebbe accordata con il regime per mettere a tacere Saro-Wiwa e avrebbe anche pagato milizie private per terrorizzare la popolazione locale.
Nel maggio 1995, sei mesi prima della sua morte, Saro-Wiwa scrisse al PEN, l’associazione mondiale degli scrittori: “Che io viva o muoia è insignificante. É sufficiente sapere che ci sono persone che impiegano tempo, denaro ed energia per combattere questo male tra i tanti che predominano nel mondo. Se non hanno successo oggi, avranno successo domani. Dobbiamo continuare a lottare per rendere il mondo un luogo migliore per tutta l’umanità. Ognuno con il suo piccolo contributo, a modo suo. Vi saluto tutti”.


La Vera Prigione
Non è il soffitto gocciolante
non le zanzare ronzanti
nell'umida, miserabile cella.
Non è il rumore della chiave
Mentre il guardiano ti rinchiude.
Non sono le misere razioni
Indegne di uomo o bestia
Nemmeno il vuoto del giorno
che si immerge nell'assenza della notte
Non è
Non è
Non è
E' la menzogna che è stata martellata
Nelle tue orecchie per una generazione
E' l'agente di sicurezza senza freno
Che esegue ordini insensibili e disastrosi
In cambio di un misero pasto al giorno
Il magistrato che scrive nel suo libro
Una punizione che sa immeritata
L'inettitudine morale
La decrepitudine mentale
Che dà alle dittature spuria legittimità
Codardia richiesta come obbedienza.
Nascosta nelle nostre anime denigrate
E' paura pantaloni bagnati
Non osiamo lavare via la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Caro amico, che trasforma il nostro mondo libero
In una tetra prigione.
             Ken Saro-Wiwa


Salute e …peggio nun nisse.

Nonni troppo permissivi

Uno studio della University College di Londra su un campione di 12.000 bambini tra i nove mesi e i tre anni di età nati in Gran Bretagna tra il 2000 e il 2001, ha rilevato che se i nonni si occupano del bimbo part-time il rischio di sovrappeso sale del 15% rispetto ai bambini che vengono accuditi dai genitori, mentre se i nonni si prendono cura a tempo pieno del bimbo il rischio di sovrappeso aumenta del 34%.
Le probabili cause possono essere dovute all’eccessiva indulgenza dei nonni di fronte ai capricci e alla scarsa propensione all’esercizio fisico, complici gli acciacchi sopraggiunti con l’avanzare degli ann
i.

Salute e …peggio nun nisse.

Ancora un record

La Covalence è una società di ricerche svizzera che periodicamente pubblica una classifica delle grandi imprese multinazionali avendo come parametro non gli utili ma l’etica; pertanto agli ultimi posti di questa classifica si trovano le peggiori aziende del mondo, quelle che hanno un grave impatto negativo sulla vita delle persone per le condizioni di lavoro o i danni che provocano.

La classifica comprende 581 grandi compagnie dei più diversi settori economici.
Agli ultimi posti ci sono compagnie minerarie, responsabili di aver inquinato e distrutto l’ambiente naturale e i territori abitati da popolazioni indigene in Ghana, Indonesia, Perù e nelle terre indiane degli Stati Uniti.

All’ultimo posto c’è la Monsanto, leader mondiale nella produzione di pesticidi e coltivazioni geneticamente modificate, accusata di una quantità di abusi mirati al controllo dell’agricoltura mondiale con effetti devastanti sull’ambiente e sulla vita dei coltivatori nei Paesi poveri.

In fondo a questa classifica dell’etica, al 571° posto (su 581), c’è l’italiana Mediaset, considerata la peggiore al mondo nel settore dei media.


Nel peggio e nel meglio è bello essere primi…

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Salute e …peggio nun nisse.

Il punto di non ritorno

– Eh… Ho superato il punto di non ritorno.

Lo sai qual’è?

É il punto in cui in un viaggio è più conveniente proseguire che tornare indietro.
É come…

Ti ricordi quegli astronauti che si trovarono nei guai: andarono sulla luna, qualcosa andò storto, non so; qualcuno aveva sicuramente sbagliato e bisognava riportarli sulla terra, ma loro avevano superato il punto di non ritorno. Così dovettero farsi tutto il giro intorno alla luna, e persero ogni contatto con la terra non so per quante ore; tutti stavano col fiato sospeso, si aspettavano di vedere sbucare dall’altra faccia della luna un carico di morti.

Ora ci sono io sull’altra faccia della luna: ho perduto i contatti col mondo e tutti dovranno stare col fiato sospeso aspettando che sbuchi!

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Salute e …peggio nun nisse.

L'Italia vista da fuori

Il quotidiano francese “Libération” ha pubblicato un articolo sull’Italia, Berlusconi e gli italiani: “L’Italie de Berlusconi, un pays en voie de barbarisation”


L’Italia di Berlusconi, un paese che si imbarbarisce

L’Italia è un paese normale? L’anomalia rappresentata da Berlusconi – il fatto che concentri in sé il potere politico e mediatico, che utilizzi il Parlamento come un’azienda destinata a fabbricare leggi che lo salvino dai tribunali, che vomiti insulti sulla magistratura, che critichi continuamente la Costituzione, che riduca la politica a un cumulo di barzellette e dichiarazioni istrioniche, che porti con sé il peso dei suoi scandali sessuali – tutto questo spingerebbe a rispondere di no. Ma c’è di più.

Ciò che colpisce, ad esempio, è il fatto che dopo essere stata considerata il laboratorio-avanguardia dell’idea di Europa, l’Italia è oggi regredita a uno status ‘provinciale’. La sua stessa classe politica è provinciale, viaggia poco, soltanto di rado parla inglese. Il ruolo centrale ancora attribuito alla televisione immobilizza il paese negli anni Ottanta. Si va in televisione agghindati, tutto è intrattenimento, pubblicità, talk show urlato, sederi e pizzi, le trasmissioni di inchiesta sono rarissime e di conseguenza quelle a cui potrebbero partecipare filosofi, storici, sociologi, psicanalisti o uomini di scienza praticamente non esistono. Una sera su due Rai Uno manda in onda Porta a Porta, un talk show condotto da un giornalista dolciastro, una sorta di messa a cui partecipano sempre gli stessi leader politici, e che non è lontana dal rimpiazzare Camera e Senato. Molto di rado nelle trasmissioni politiche, sportive o di varietà compare una persona di colore. Nuova provincia, l’Italia perde punti praticamente in ogni settore, dalla scuola alla sanità, all’ecologia, ai diritti, alla cultura (budget massacrato) e anche alla tecnologia. Di recente, dopo Bob Geldof che rimproverava il governo di pareggiare il bilancio alle spalle dei poveri, è stato Bill Gates in persona ad accusare Berlusconi (“I ricchi spendono molti più soldi per risolvere i loro problemi personali, come la calvizie, di quanto non facciano per combattere la malaria”) di aver ridotto della metà i fondi pubblici per lo sviluppo promessi davanti alle telecamere, facendo dell’Italia “il più avaro paese europeo”.

La stessa regressione a livello informatico. Si sa che a causa del decreto Pisano la connessione wireless a Internet in un luogo pubblico, un aeroporto o un cybercafé per esempio, è sottomessa alla presentazione di una carta di identità? Che i crediti per lo sviluppo dell’addebito immediato sono congelati dal 2008, che da parte della maggioranza si levano voci che domandano il controllo di social network come Facebook? Che sono state firmate ovunque petizioni per “emancipare Internet” dalle norme legislative che penalizzano il futuro del paese il quale, per l’accesso alla Rete, è già “indietro e sottosviluppato rispetto al resto d’Europa”? Berlusconi è un uomo di televisione vecchio stile, per il quale Internet è un mezzo pericoloso in quanto “liquido”, ovvero incontrollabile e fuori dal suo impero.

Ma è a livello sociale che la regressione è più netta. Berlusconi catalizza talmente l’attenzione che all’estero non si percepisce come il fatto più importante sia piuttosto una “leghizzazione” della società, che porta con sé una degradazione morale e civica, una “barbarizzazione” dell’Italia. La Lega Nord di Umberto Bossi – il cui organo di stampa, La Padania, ha scritto “Quando ci liberate dai negri, dalle puttane, dai ladri extracomunitari, dai violentatori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, i nostri spiriti? Buttateli fuori, questi maledetti” – la Lega Nord alleata decisiva del partito di Berlusconi ha fatto eleggere i suoi uomini, molti dei quali sono ministri, in un considerevole numero di amministrazioni locali, diffondendo i suoi valori e il suo linguaggio. Ha sdoganato e reso normale il discorso xenofobo. Ci vorrebbe la Biblioteca Vaticana per riunire ed enumerare i discorsi che incitano all’odio razziale, all’omofobia, all’anti-meridionalismo pronunciati dai suoi leader. Che si guardino su Youtube i discorsi del signor Mario Borghezio, che si ascolti qualche estratto dei discorsi di Radio Padania: in nessun paese sarebbe tollerato un tale scatenamento di odio, stupidità, xenofobia!

Si difendono i valori cristiani, la famiglia, il lavoro, si vuole la croce sulla bandiera italiana e il crocifisso nelle scuole ma il ministro dell’Istruzione vuole imporre una quota di stranieri nelle classi, il ministro dell’Interno ha voluto istituire ronde di sorveglianza (un fiasco colossale, fortunatamente, nessuno si è presentato per farne parte) e ha reso reato penale il fatto di essere uno straniero senza permesso di soggiorno. Una piccola star della politica, a capo di un’impresa e politicamente schierata a destra della destra, di cui si prevedeva che sarebbe diventata sotto segretario al Welfare perché nelle grazie di Berlusconi (a proposito del quale aveva detto: “É ossessionato da me, ma non avrà il mio…” o anche “Le donne gli piacciono solo in posizione orizzontale”) si è finemente distinta per aver dichiarato che “Maometto era un pedofilo”. Un fanatico (eletto) ci teneva a che i treni frequentati dalle ragazze nigeriane fossero disinfettati, un altro (anche lui eletto) voleva “eliminare tutti i bambini rom che derubano gli anziani” e, interrotto dagli applausi del “popolo padano” ha invitato i musulmani a “pisciare dentro le loro moschee”.

Altri ancora hanno dato fuoco alle baracche degli immigrati, proposto vagoni ferroviari e linee del bus separate per italiani e stranieri. Discriminazioni di ogni genere, aggressioni, spedizioni punitive, crimini a volte, bandiere e grida razziste nei raduni della Lega, vere e proprie cacce all’uomo nero con bastoni e fucili che per la stampa internazionale fanno evocare il Ku Klux Klan e che invece al ministro dell’Interno fanno dire: “Abbiamo dato prova di troppa tolleranza verso gli immigrati”.

Tutto ciò provoca poche reazioni in Europa. Ed è senza dubbio in questo senso che l’Italia è ancor più provincializzata: la si guarda dal lontano e dall’alto, continuando ad amarla per la sua cucina, l’arte e i paesaggi, non la si prende sul serio né nel bene né nel male. Che si immagini cosa accadrebbe nelle strade di Londra, di Parigi, di Berlino se la Lega Nord fosse un partito, poniamo, austriaco o francese e se Umberto Bossi si chiamasse Jörg Haider.

Robert Maggiori, Libération, 11 febbraio 2009

É amaro leggere questi giudizi sull’Italia e sugli italiani, ma purtroppo questa è la verità. Quando gli italiani capiranno?

Salute e …peggio nun nisse.

Rapporti velati e solari tra politica e mafia

C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni, invece, hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali!

(Paolo Borsellino)

Salute e …peggio nun nisse.

Oltre la dieta

L’approccio alla terapia dell’obesità basato solo sulla restrizione calorica per un periodo a breve o medio termine ha prodotto, oltre al fallimento del mantenimento del peso raggiunto, l’instaurarsi di danni a carico della sfera psicologica e comportamentale: sensi di colpa, fallimento, bassa autostima, vergogna, depressione e incapacità di controllarsi che sfocia spesso nell’abbuffata e a volte nel vomito.
Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata corrispondente al Binge Eating Disorder (DED) degli anglosassoni è messo in relazione ai continui fallimenti da diete drastiche (sindrome dello YoYo).
L’imposizione di un controllo rigido porta inevitabilmente alla perdita di controllo con una conseguente assunzione calorica non programmata né controllata. L’incapacità del rispetto del piano alimentare prescritto, vissuto con senso di vergogna, potenzia i pensieri di debolezza e di scarsa volontà
già ampiamente sperimentati dall’obeso. Si instaurano in questo modo pensieri fallimentari e colpevolizzanti che compromettono la qualità della vita stessa. Riprovare a perdere peso diventa sempre più difficile e la possibilità di venirne fuori sfuma sempre di più, fino all’apparente accettazione dei detestabili chili di troppo. Il soggetto si troverà a questo punto in una situazione psicologica e fisica peggiore rispetto all’inizio della dieta, poiché ha acquistato peso invece di perderlo, abbassando ulteriormente il livello di autostima.
La terapia – visto il fallimento dietetico – va oltre la dieta.
Guarda non ai chili ma alla persona che è fatta di vissuti, idee e convinzioni che vanno quasi sempre bonificate.
É possibile modificare il proprio peso modificando la propria alimentazione che va rapportata ad una normalità e non ad una restrizione.
Mangiare di più per mangiare di meno. Se si riesce a raggiungere la sazietà si riesce a controllarsi, ma se si stimola la fame allora la lotta diventa impari e di certo si perde il controllo.
É l’idea iniziale della dieta – ovvero della restrizione – che va contrastata.
É il punto di partenza che ha già in sé insito la perdita di controllo.
L’obiettivo primario della terapia dell’obesità non è la perdita di peso ma la capacità di controllarsi che si raggiunge sostituendo la dieta con la regola che prevede la trasgressione. La trasgressione va preventivamente programmata e non è da evitare ma da inserire.
La trasgressione, in un programma psico-educazionale, va prescritta perché solo abituandosi e allenandosi alla sua gestione si è in grado di sperimentare la piacevolezza del controllo.
Provare il piacere di riuscire a controllarsi fa dell’obeso una persona che vede la possibilità di uscire dai suoi continui fallimenti e sensi di colpa.
Si trasforma in questo modo il continuum fallimentare in un circolo virtuoso che partendo dalla capacità di gestione della trasgressione arriva alla non perdita di controllo e quindi ad evitare l’abbuffata. Questo rappresenta una forte iniezione di antidepressivo che diventa il volano di una serie di pensieri positivi che hanno come effetto l’acquisizione del controllo alimentare che porta alla perdita di peso e alla capacità di mantenerlo per sempre.
E’ un percorso lungo, difficile ma possibile. La gestione di questo programma non può essere affidato al singolo individuo ma ad operatori ( medico-dietista-psicologo) che si fanno carico della persona nella sua globalità. L’obesità è una malattia e come tale va curata da operatori sanitari. Il diabetico, l’iperteso, l’oncologico mai si sognano di curarsi da soli né mai nessun medico dirà loro “si curi ” come spesso l’obeso invece si sente dire “dimagrisca”. L’obeso oltre i chili e i problemi non può farsi carico di certo anche della sua malattia.


Gli errori più comuni


A) elimino la pasta e mangio frutta

100 grammi di pasta al pomodoro fresco 400 calorie circa
4 mele (1Kg) 450 calorie

A parità di calorie la pasta dà una sazietà più prolungata e non ci fa sentire a dieta


B) mangio metà primo cosi risparmio calorie

100 grammi di pasta al pomodoro fresco 400 calorie circa
50 grammi di pasta con 30 grammi di olio 470 calorie

Il grasso non solo dà meno sazietà ma disinibisce il gusto, facendo perdere il controllo alimentare con conseguente assunzione di altro cibo.


C) i crakers fanno ingrassare meno del pane

50 grammi di crakers 210 calorie circa
50 grammi di pane 130 calorie


D) non uso burro ma solo olio

olio sia di semi che di oliva 900 calorie circa
burro 750 calorie circa

Da un punto di vista calorico il burro è da preferire all’olio


E) uso solo olio crudo
Tutti gli oli, sia crudi che cotti, hanno lo stesso numero di calorie (900 kcal)


Dieci regole d’oro

  • abituatevi a mangiare in rapporto alla fame e smettete quando sentite di essere sazi. La sazietà ossia la non voglia di cibo la si percepisce dopo un po’ che si è iniziato il pasto; per tale motivo mangiate solo a tavola masticando lentamente e inserendo delle pause tra un boccone e un altro e tra un piatto e un altro.

  • frazionate il menù giornaliero in 5 pasti

  • fate un’abbondante colazione

  • non escludete nessun gruppo alimentare

  • concedetevi con parsimonia i vostri cibi preferiti anche quelli che notoriamente non sono da dieta

  • evitate come regola i cibi grassi e i condimenti

  • ogni giorno inserite un piatto a base di pasta o riso e un piatto carneo ( carne o pesce magro) alternativamente a pranzo e cena

  • evitate la sedentarietà

  • curate la stipsi

  • bevete da uno a due litri di acqua al giorno

Dal sito obesita.org

Tabella del consumo delle calorie

Questa tabella mostra quante calorie si consumano ogni 30 minuti di attività fisica, in funzione del peso.

Attività

41

kg

50

kg

59

kg

68

kg

82

kg

91

kg

100

kg

109

kg

Pedalare in bicicletta
(16 km/h)
112 138 162 188 225 250 275 300
Giocare a bowling 50 60 72 82 99 110 121 132
Tagliare l’erba 122 149 175 202 243 270 297 324
Correre (13 km/h) 274 336 396 458 549 610 671 732
Nuotare
(50 metri/minuto)
202 248 292 338 405 450 495 540
Giocare a tennis 144 176 208 240 288 320 352 384
Passare l’aspirapolvere 68 82 98 112 135 150 165 180
Camminare (5 km/h) 72 88 104 120 144 160 176 192
Lavare l’auto 68 82 98 112 135 150 165 180

Fonte: British Heart Foundation

Salute e …peggio nun nisse.